PEZZI UNICI | Behind the light

coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
regia Cristiana Morganti e Gloria Paris
disegno luci Laurent P. Berger
creazione video Connie Prantera
datore luci Paolo Di Candia
audio/video Alessandro Di Fraia
una produzione di ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
in coproduzione con Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Théâtre de la Ville – Paris, MA Scène Nationale-Pays de Montbéliard
e con il sostegno di Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
si ringraziano Francesca della Monica e la Peter Kowald Gesellschaft / ORT e.V. Wuppertal
distribuzione per l’Italia Roberta Righi
international management Aldo Grompone
una produzione ATP Teatri di Pistoia in coproduzione con Theatre de la Ville Paris, Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, MA Scène Nationale-Pays de Montbéliard, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
Dopo il successo di Moving with Pina e Jessica and me, tutt’ora in tour e dopo aver firmato altri tre spettacoli come autrice e coreografa (A Fury Tale del 2016, Non sapevano dove lasciarmi del 2017 e Another Round for Five, del 2019) ecco un nuovo assolo dell’artista Cristiana Morganti italiana di base a Wuppertal, che fin dalle prime battute conferma e rilancia, alla luce di una nuova maturità interiore, la grande ironia alternata a momenti di intensa poesia che sono la sua cifra distintiva.
Spettacolo fortemente autobiografico, che racconta di una crisi familiare, professionale e intima, una sequela di eventi con il tipico “effetto domino”, in cui una disgrazia pare chiamarne un’altra, in cui sembra venga meno ogni singolo punto di riferimento, ogni certezza. La vicenda personale risuona con intensità in chi guarda, dalla platea, in un momento storico che, con una pandemia, una crisi economica e di valori, si può definire fra i più destabilizzanti della contemporaneità. Questa “personale crisi globale” viene mostrata, presa in giro, aggirata, attraversata, evasa, superata grazie al potere rigenerativo della confessione e soprattutto dell’arte, ora urlata, ora sussurrata tra le lacrime, con il capo adagiato sul pavimento. Scorre un montaggio di quadri, che vede la protagonista recitare, danzare, cantare su una scena bianca e sospesa in cui irrompono, per dialogare con l’interprete, gli originali e raffinati video di Connie Prantera.
È una danza che fa venire voglia di danzare quella di Cristiana Morganti, complice l’esplosione di energia che fa seguito alla catarsi di questa confessione aperta, sincera, sofferente ma di un dolore mai autocompiaciuto, anzi immediatamente lenito dalla risata, anche di sé, con il pubblico.