PROSA | Il segreto del talento

Data

02 Mar 2024

Ora

7:30 pm

Luogo

Sala M1 - Teatro Massimo
Cagliari

Commedia per musica di
Valeria Parrella e Paolo Coletta
con Teresa Saponangelo e Elisabetta Valgoi
e con gli Ondanueve String Quartet
scene Alessandro Chiti
costumi Carla Ricotti
regia Paolo Coletta

Teatro di Napoli e società per attori

 

Arriva un momento, nella vita degli artisti, in cui il talento – che è quello che li ha resi artisti, quello che ha cambiato la loro vita, impresso loro una direzione, insomma: che li ha resi ciò che sono – si appanna. Non è vero. Il talento, se c’è, non si appanna mai. Ma gli artisti non lo vedono più. Può essere un movimento
endogeno, derivato dalla stanchezza, dalla paura che accada, come certe profezie che si autoavverano, o dall’aver troppo dato; può derivare da una tristezza improvvisa, un cambiamento che riesce a incidere persino li, in quel nocciolo duro, in quel nucleo che forse nasce nello stesso istante in cui nasce l’artista.
Oppure può essere un movimento che deriva dall’esterno: troppo successo stroppia, e annienta il sentimento del talento, che è il suo fratello nobile.
Esistono talenti con successo e artisti di successo nient’affatto talentuosi.
Ognuno che si provi a salire su un palcoscenico, far andar via un romanzo in un libro, affidare la propria musica, la propria danza al mondo lì fuori, lo sa: ci sarà uno sguardo, un giudizio, oppure nulla. E l’artista misurerà il suo talento non più in base a quel nucleo pulsante delle origini, ma alla capacità che esso ha di mostrarsi agli altri, di venire riconosciuto, di incidere sulla realtà o rifondare un mondo. Anche il proprio mondo. Persino il proprio mondo interno. E se questo è vero per ogni artista si immagini quanto può diventare dirompente in due artiste, due donne, e attrici, e cantanti, e danzatrici, due: amiche tra di loro.
Un incubo.
Eppure La Dernier decide che per ritrovare il talento scomparso è Melina che vuole al suo fianco e, se il talento è custodito, come sembra, nella casa di un maestro che se lo tiene li come una pietra filosofale, si deve rubare, non c’è alternativa.
Si può discutere, come fanno le nostre personagge, per un’ora intera: su cosa sia e dove sia e che foggia abbia e come prenderlo e come portarlo via e come conservarlo, Si può, Ma quello che conta, lo sappiamo tutti, è che se il talento c’ê, si vede, Loro stesse lo sanno, ma non lo vedono più. Siamo noi che ci appanniamo, sono i nostri occhi, la nostra disistima, la nostra stanchezza che non ci permettono di rinnovarci all’arte. Però se due attrici demotivate sono ontologicamente la fine della pace sulla terra, è anche vero che due amiche artiste sono l’unica speranza che il talento possa avere di manifestarsi, Noi lo vediamo, mentre parlano, cantano, ballano e soffrono, noi la verità la sappiamo: dobbiamo solo accompagnarle affinché la ritrovino ancora una volta. “Ci viene mostrata, se non sbaglio” – dice Virginia Woolf – “‘opera che si rinnova”.

Valeria Parrella

 

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