DANZA | Malandain Ballet Biarritz

Data

20 Apr 2024

Ora

8:30 pm

Luogo

Sala M1 - Teatro Massimo
Cagliari

LA PASTORALE
Musica Ludwig van Beethoven (Sinfonia n. 6 in re e fa maggiore Op.68 detta Pastorale, estratti da Le Rovine di Atene)
Coreografia Thierry Malandain
Scene e costumi Jorge Gallardo
Ideazione luci François Menou
Costumi Véronique Murat, con il supporto di Charlotte Margnoux
Scene Frédéric Vadé

Maîtres de ballet: Richard Coudray, Giuseppe Chiavaro, Frederik deberdt
Interpreti: Alejandro Sánchez Bretones, Alessia Peschiulli, Allegra Vianello, Claire Lonchampt, Clémence Chevillotte, Giuditta Banchetti, Guillaume Lillo, Hugo Layer, Irma Hoffren, Ismaël Turel Yagüe, Jeshua Costa, Julen Rodriguez Flores, Julie Bruneau, Laurine Viel, Loan Frantz, Marta Alonso, Mickaël Conte, Noé Ballot, Patricia Velázquez, Raphaël Canet, Yui Uwaha, Léo Wanner

Una creazione che Thierry Malandain – unanimemente considerato uno dei più importanti coreografi europei e internazionali, direttore del prestigioso Centre chorégraphique national di Biarritz, in Francia, dove nel 1998 è stato fondato il Malandin Ballet Biarritz – ha ideato per celebrare il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven che ricorreva nel 2020.

La sua Pastorale – eseguita da 22 straordinari interpreti del Ballet Biarritz sulle note della sesta Sinfonia del Genio tedesco – evoca l’antica Grecia e il periodo ellenico come luogo di nostalgia e ricerca. Impregnato della più pura serenità, nel capolavoro di Beethoven possiamo trovare i sentieri fioriti della pastorale antica, l’innocenza della giovinezza, o anche le polveri sacre di Atene, città venerata nei secoli dai poeti e dagli artisti per aver creato la Bellezza. In quest’opera immortale, esplicito collegamento al rapporto fra il Teatro e la Natura, Beethoven resuscita ai nostri occhi l’Arcadia dell’età dell’oro.

Chiude la serata Mozart à 2, un estratto dallo spettacolo Bal Solitude creato nel 1997 da Thierry Malandain su alcune pagine tratte dai concerti per pianoforte di Mozart. Si trattava allora di riportare episodi di alcune storie di amanti nel contesto di una serata di ballo. Un luogo favorevole alla festa ed al divertimento ma che rivela il senso di solitudine quando amore non fa rima con il “per sempre”. È questa mutevole fisionomia la sensazione che a volte pervade il brano coreografico Mozart à 2.

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